L’aspetto attuale, con il doppio portale di ingresso, il rosone e le tavole della legge in caratteri ebraici, è frutto del restauro realizzato dall’architetto Emilio Luzzatto nel 1894, in seguito alla demolizione delle case che separavano la sinagoga dall’asse stradale. Negli anni Cinquanta del Novecento, il risanamento del quartiere conferì un nuovo aspetto all’edificio, che si trovò isolato dalle costruzioni adiacenti, con le quali aveva costituito in precedenza un fronte unico sulla via Ascoli. Nel cortile di ingresso una lapide ricorda gli ebrei goriziani deportati dai nazisti nel 1943. Accanto si trova una menorah stilizzata, ossia il candelabro simbolo dell’ebraismo, opera di Simon Benetton.
La sala della sinagoga, a cui si accede salendo lo scalone collocato nell’atrio al pianterreno, ha mantenuto inalterata la struttura settecentesca, con il matroneo ligneo a balconata e il tabernacolo (Aron hakodesh) sorretto da quattro colonne tortili in marmo nero, al cui interno si trova il rotolo delle Sacre Scritture (Torah).
Nel 1959 la sinagoga fu chiusa al culto a causa dell’esiguo numero di famiglie ebree presenti in città e nel 1969 divenne una semplice sezione di quella di Trieste. Donata al Comune, dopo il restauro del 1984, è oggi gestita dall’associazione “Amici di Israele”.
La Sinagoga è attualmente chiusa per lavori di manutenzione.